Con la Risposta n. 4 del 7 gennaio 2022, l’Agenzia Entrate ha chiarito che il contribuente che ha rinunciato all’agevolazione prima casa può ripensarci e tornare sui suoi passi. Nel caso in esame, l’istante acquistava una porzione di un fabbricato per civile abitazione e un terreno di pertinenza. Per l’acquisto richiedeva l’applicazione dell’agevolazione per la prima casa e, a tal fine, dichiarava di voler stabilire, entro 18 mesi dall’acquisto, la propria residenza nel comune indicato; ma, dopo la stipula del rogito ed il trasferimento nell’alloggio in questione, la convivente, con gravi problemi di salute, subiva un peggioramento al punto tale che si rendeva indispensabile il trasferimento in un’altra abitazione. Pur avendo ottenuto il beneficio, l’istante ha quindi dovuto rinunciarvi, salvo poi ripensarci e richiederne l’ottenimento.
Alla luce della peculiarità della procedura in esame, che comporta l’emissione da parte dell’Ufficio di un apposito avviso di liquidazione esclusivamente al fine di quantificare le imposte e gli interessi dovuti, senza applicazione delle sanzioni, e di “perfezionare” la revoca della dichiarazione d’intenti manifestata nell’atto ai fini dell’agevolazione, a seguito di istanza del contribuente, è possibile la presentazione di una “revoca” della precedente istanza di riliquidazione, avuto riguardo all’atto originario di compravendita.
Modello di memoria difensiva contro uno schema d’atto 2025
Ricevere uno "schema d'atto" dall'Agenzia Entrate può essere un momento delicato, ma è anche un'opportunità per presentare la propria posizione prima che l'atto diventi definitivo. Prima di redigere la memoria difensiva, è fondamentale prestare attenzione a diversi aspetti chiave per massimizzare le possibilità di successo.
Sono fondamentali alcuni passaggi:
La redazione della memoria difensiva diventa dunque il passaggio essenziale della strategia difensiva.
Prendersi il tempo necessario e i giusti supporti per analizzare tutti questi aspetti prima di agire può fare la differenza nel risultato finale.
La redazione di un ricorso tributario, oggi più che mai, richiede un'attenzione particolare alle continue evoluzioni normative, giurisprudenziali e dottrinali. La riforma della giustizia tributaria, entrata in vigore in diverse fasi tra fine 2022 e inizio 2024, ha trasformato profondamente il panorama.
In questo scenario, la preparazione di un ricorso tributario oggi richiede una formazione costante e una grande attenzione ai dettagli procedurali e sostanziali, alla luce di una giustizia tributaria in profonda trasformazione. Un Professionista aggiornato sulle ultime novità può fare la differenza nella gestione efficace del contenzioso e nella stesura di un ricorso solido.
Dal 'lordo' al 'netto': lavoro dipendente. Versione cloud
In ambito di "lavoro dipendente" si fa spesso riferimento alla RAL (Reddito Annuale Lordo), che rappresenta l'ammontare totale che un dipendente guadagna in un anno prima di eventuali detrazioni o imposte.
È un dato importante e facilmente confrontabile tra casi diversi ma non rappresenta né lo stipendio netto su cui può far conto il lavoratore, né il costo effettivo a carico del datore di lavoro.
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